Davanti alle sbarre

Quando entri in un carcere (come visitatore), le celle non le vedi. Le sbarre te le trovi davanti, lontane, alle finestre dei padiglioni che ti vengono mostrati all'accesso. Entrare è, comunque, già quasi un privilegio, visto che sono ben poche le strutture carcerarie che consentono una visita. Fra queste, a Milano, le carceri di Opera e Bollate, visitate nel mese di maggio da studentesse e studenti delle classi quarte e quinte dei licei delle scienze umane ed economico sociale coinvolti in un progetto di sensibilizzazione sui temi della pena e del carcere. Affrontare questi temi in linea teorica è importante, poterli "vivere", sperimentando gli spazi della reclusione, è fondamentale. Fondamentale è poter vedere i laboratori che consentono ad alcuni detenuti l'esperienza del lavoro, poter ascoltare la testimonianza di detenuti che raccontanpo la propria vita, poter accedere ad una sezione femminile, poter ascoltare la voce delle guardie penitenziarie e degli operatori che collaborano nel percorso educativo essenziale per il recupero sociale dei detenuti. Fondamentale è scoprire esperienze davvero sorprendenti, come il laboratorio nel quale con il legno dei barconi dei profughi naufragati nel mare di Lampedusa si realizzano violini, i violini del mare (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=10Kb1iHMIWs); toccante, infine, è vederli, questi barconi, proprio all'ingresso del carcere di Opera. Un percorso profondamente formativo, finalizzato alla comprensione che il carcere non è e non può essere immaginato come separazione dalla dimensione della cittadinanza e della partecipazione alla vita sociale.

In allegato, qui sotto, puoi scaricare alcune riflessioni delle studentesse che hanno visitato il carcere di Bollate

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Immagini da https://www.carcerebollate.com/

Allegati

riflessionibollate.pdf