Ancora davanti alle sbarre – Quanto rapidamente cambiano le cose
Sorprende quanto rapidamente cambino le cose nella comunità di un carcere. Visitiamo il carcere di Bollate due volte nell’arco di 7 giorni, una prima volta il 26 marzo, una seconda il successivo 2 aprile, con classi quinte e quarte dei licei delle scienze umane ed economico-sociale. La prima volta ci prende in consegna un detenuto volontario, anziano e distintissimo, che ci accompagna per quattro ore mostrandoci la struttura del carcere ed i laboratori. Due i momenti forti: l’ascolto della storia di quattro detenuti, nella Biblioteca, e la visita alla sezione femminile. Alla fine ci lascia poche decine di metri prima dell’uscita. Non poteva andare oltre. Sette giorni dopo è un altro detenuto, questa volta poco più che trentenne, a farci da guida. Ma le differenze non finiscono qui. Il clima è decisamente cambiato. Più tensione, più nervosismo. Lo si percepisce nettamente. In realtà la nostra guida ed un’educatrice tirocinante sono gentilissimi con noi, così come lo sono tutti quelli che incontriamo. Ma il clima, intorno, non è più lo stesso. A metà mattinata esce fuori, così, quasi di sfuggita, che cinque giorni prima una detenuta si è impiccata nella sezione femminile. Adesso tutto torna. Adesso è chiaro che, nonostante Bollate rappresenti il fiore all’occhiello del sistema carcerario italiano, è pur sempre un carcere, cioè un contesto di sofferenza davvero importante, soprattutto nella sezione femminile, per molti aspetti penalizzata rispetto a quella maschile (180 recluse contro 1500 reclusi, maggiore sovraffollamento, maggiore difficoltà psicologica ad accettare la condizione di reclusione, minori opportunità di partecipare alle molteplici attività laboratoriali…). Questa volta, com’è ovvio, alla sezione femminile non ci portano. Tuttavia le testimonianze dei detenuti, che raccontano il loro percorso, sono intense, toccanti, educative. Ascoltiamo storie diverse, spesso caratterizzate da contesti famigliari problematici e da scarsa scolarizzazione. Storie diverse, sofferenze diverse. Ma quando una di noi domanda: qual è la prima cosa che farete quando sarete definitivamente liberi?, la risposta è unanime: passeremo una giornata con i nostri figli o coi i nostri nipoti. Abbiamo raccolto diverse nostre riflessioni. Si trovano nell'allegato a piè pagina. |
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